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7 Marzo 2016 admin

Native advertising

La sottile linea che divide l’informazione dal marketing si sta facendo via via sempre più flebile. Man mano che le tecnologie progrediscono e danno nuove prospettive al marketing, man mano che gli studi neurologici forniscono risultati sempre più precisi e misurabili, questa linea di demarcazione tende sempre più a restringersi, fino a confondersi se non ad eliminarsi.

Un prodotto di questa tendenza è il native advertising.

Native AdvertisingMolti di noi lo sfruttano nel web quasi sempre senza rendersene conto. Non è una nuova tecnica di marketing perché esisteva già da molto, ma non è nemmeno una semplice riscoperta di un vecchio metodo di fare pubblicità.

Il native advertising è la costruzione di un messaggio pubblicitario senza che questo sia recepito dal pubblico come pubblicità.

Non stiamo parlando di un puro e vile messaggio subliminale (messaggio sotto la soglia di percezione), bensì di una notizia, di una storia che molto semplicemente racconti il brand o un prodotto in particolare.

È una tecnica già sfruttata in passato: nei giornali e nei siti web si legge spesso “articolo promozionale”, oppure “contenuto scritto con la partecipazione di (brand)”. Il native advertising è proprio la forma evoluta di questi contenuti, che sintetizzano la capacità di informazione degli articoli giornalistici puri con le tecniche della pubblicità.

Questa tecnica, che molti hanno descritto come un imbroglio ma che è definita chiaramente a livello legale (le forme pubblicitarie devono essere chiaramente esplicitate e distinguersi dagli articoli d’informazione), ha l’obiettivo di catturare l’utente e portarlo fino in fondo alla storia finché non incapperà nel prodotto che l’autore vorrà proporgli. Utilizzando le tecniche narrative proprie dello storytelling.

Secondo recenti ricerche del settore, inserire immagini in un articolo aumenta di molto la probabilità che il lettore legga l’articolo fino alla fine, portandolo dunque al punto focale dove viene proposto il prodotto da vendere, come le nostre proposte per le imprese B2B.

Vedete? Abbiamo perfettamente inserito il prodotto che vendiamo nella storia… Basterà infarcire il tutto con un po’ di dati supportati da tesi interessanti per acchiappare il lettore e garantire l’efficacia dei consigli che abbiamo dato. Poi basterà fornire la soluzione a tutto, ovvero il prodotto che vendiamo. Et voilà!

Questo che avete appena letto è un esempio di native advertising, l’advertising che nasce direttamente e spontaneamente dall’articolo stesso, spesso anche in maniera involontaria. Ma se volete andare davvero oltre, c’è un altro insieme di tecniche infallibili del marketing.

 

Thank’s to Ippo

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