Sito aziendale, canali social, strategie di contenuto: da soli non bastano. Ecco 8 principi fondamentali per un marketing di successo.
Un sito aziendale, una newsletter, una buona strategia di contenuti, una consistente presenza sui social, meglio se curata da social media manager: qualche volta potrebbero sembrare tutto ciò di cui si ha bisogno per assicurare al proprio brand una strategia di marketing e comunicazione vincente. Quello di cui spesso non si tiene conto è, invece, che nessun marketing mix è veramente efficace se non ha dietro, a ispirarlo, una vision chiara. Prima di mettere in atto qualsiasi azione di marketing bisogna chiedersi, insomma, a quali principi si ispira e se incontra, o persino meglio rende espliciti, i valori aziendali.
In altre parole? Serve pensare al marketing in una dimensione olistica che miri sì a risultati concreti, ma tenga conto anche di elementi come la migliore brand experience possibile da offrire al cliente, la necessità di rendere quando più personalizzabile il rapporto che si instaura con esso e, ancora, le opportunità offerte per esempio dalla tecnologia e dalla digital disruption.
Per questo da Olive&Company, un’agenzia di marketing design americana, hanno provato a evidenziare gli otto principi fondamentali del marketing moderno. Con tanto di infografica riassuntiva.
1. MIGLIORARE LA BRAND EXPERIENCE A PARTIRE DA QUALSIASI TOUCHPOINT
Le strategie di marketing focalizzate su un solo canale non pagano più. I buyer pretendono, infatti, opzioni omnicanali e, secondo delle stime, ci vorrebbero dai 6 agli 8 touchpoint diversi per generare lead. Ciò significa far riferimento a più alti standard qualitativi, assicurarsi che i propri punti di accesso digitali siano responsive e, più in generale, ascoltare il cliente. È stato provato, del resto, che migliorando il custormer journey in ogni sua fase si riescono a ottenere consistenti crescite nei ricavi, a volte di oltre il 15%.
2. COSTRUIRE RAPPORTI PERSONALIZZATI CON GLI INDIVIDUI
Diversi fattori vanno considerati in questo senso: per prima cosa, le decisioni e il processo d’acquisto sono molto meno razionali rispetto a quanto si immagini e, per questo, i consumatori guardano di buon occhio un brand che li chiami per nome, che ne conosca i gusti e che sia in grado di anticiparne i bisogni. Il marketing, insomma, deve porsi la sfida di indirizzarsi al consumatore, non a una media di consumatori. I risultati possono essere anche molto concreti: i brand che hanno reso personalizzabile una o più fasi del customer journey hanno visto aumentare le vendite del 19%.
3. SVILUPPARE STRATEGIE MULTICHANNEL
Come molti studi hanno confermato, i consumatori non concludono (quasi) mai un acquisto tramite un unico canale: c’è chi utilizza l’eCommerce aziendale come primo touchpoint per farsi un’idea del prodotto, ma preferisce acquistare in store, come avviene in parte per il luxury, e chi invece fa il percorso contrario. La maggior parte delle transazioni coinvolge, del resto, almeno due touchpoint.
4. FARE I CONTI CON L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Entro il 2020 ci saranno oltre 50miliardi di oggetti connessi e persino le nostre case saranno il regno di domotica e realtà aumentata. Nessuna azienda, perciò, può ignorare gli effetti dei cambiamenti tecnologici in atto. Il modo migliore per farlo? Far sì che la tecnologia si adatti alla propria strategia, non il contrario.
5. USARE LA TECNOLOGIA E L’AUTOMAZIONE PER MIGLIORARE IN EFFICIENZA
Il marketing può (e deve) servire anche a identificare le aree deboli di un’azienda. Innovazione tecnologica e alti standard di qualità possono aiutare l’azienda a migliorarsi e a raggiungere l’efficienza.
6. COMBINARE L’EDUCAZIONE ALL’INBOUND CON LA PROMOZIONE OUTBOUND
Oggi è più utile per un’azienda farsi trovare dai potenziali clienti che non spendersi a trovarli, ma per vedere gli effetti di una strategia inbound possono passare dai 6 ai 12 mesi. Nel frattempo? Bisogna fare attenzione a come i propri clienti decidono di acquistare, costruire con loro un rapporto di fiducia e affidarsi al vecchio marketing outbound, soprattutto per promuovere propri prodotti e/o contenuti.
7. MISURARE E ANALIZZARE LE PROPRIE PERFORMANCE
Poco più del 20% dei soggetti business riesce oggi a tracciare il ritorno sugli investimenti. Identificare key e indicatori chiari per ogni campagna, utilizzare i più innovativi tool a disposizione senza dimenticare gli strumenti tradizionali è il modo migliore per avere sempre una misura efficace di quello che si sta facendo.
8. RIADATTARE LA PROPRIA STRATEGIA DI MARKETING
Gli analitycs servono a poco se non si prova a ridefinire le proprie azioni sulla base delle risultati ottenuti: dagli scenari che vengono fuori e dai dati raccolti è possibile, infatti, scovare eventuali nuove minacce e opportunità. C’è una sola regola insomma: fare piani e prepararsi a rifarli.
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