Una storia di successo tutta italiana e un doppio primato: Decisyon Inc. ha ottenuto un finanziamento di 22 milioni di dollari e ha colpito l’attenzione degli investitori statunitensi.
Ce la racconta il suo ideatore e CTO Franco Petrucci.
Franco Petrucci è un imprenditore seriale e il Founder di una startup innovativa, nata a Latina nel 2005, che è riuscita a conquistare la fiducia di una cordata di investitori statunitensi, Catalyst Investors alla guida, e ad attrarre un capitale da capogiro che gli ha permesso di rafforzare la propria presenza in Europa e negli Stati Uniti e mantenere la leadership di un settore ancora in piena crescita. Decisyon Inc. ha creato per prima un software unico per risolvere problemi di Business Intelligence e decision making.
Che cosa fa Decisyon Inc.?
Nel 2005 Decisyon nasceva dall’intuizione di un bisogno delle aziende: quella di rendere efficaci ed efficienti i processi che trasformano le decisioni in azioni. Il team di Decisyon ha studiato e codificato le funzioni che definiscono la Business Intelligence e ha realizzato, questa la differenza rispetto ai competitor, un software unico capace di integrarle tutte: dall’analisi alla collaborazione, dal social all’execution.
“Siamo stati sia bravi che fortunati”, ci racconta Franco Petrucci, “bravi a realizzare un prodotto del quale si sentiva il bisogno e fortunati a intercettare con tempismo la direzione nella quale il mercato si stava muovendo“. Quella di Decisyon è stata fin da subito un’idea davvero innovativa e gli stessi analisti di Gartner (società multinazionale leader mondiale nella consulenza strategica) lo hanno riconosciuto pubblicamente.
Una grande soddisfazione, raggiunta grazie a una fortissima determinazione. Dal 2010 Petrucci ha iniziato a fare la spola tra Italia e Stati Uniti per capire soprattutto quali requisiti avrebbe dovuto avere la startup per attrarre l’attenzione dei VC americani. Un’esperienza maturata in ben 33 viaggi oltreoceano.
Oggi in Decisyon lavorano circa ottanta persone, quasi tutte nella sede operativa di Latina, e a livello mondiale l’azienda conta oltre 200 clienti.
Cosa cerca quindi un VC?
“Chi investe valuta sostanzialmente 3 ambiti di rischio:
1. Prodotto: il prodotto deve funzionare e il team deve avere le skills necessarie a svilupparlo;
2. Mercato: non basta che il prodotto sia eccellente, deve esserci un mercato importante in grado di assorbirlo;
3. Execution: il team deve essere in grado di predisporre il go to market, di lanciare il prodotto su un mercato globale”.
Nella presentazione agli investitori bisogna essere sicuri che il proprio prodotto/servizio passi il test in tutti e tre questi ambiti. “Restano poi fondamentali alcuni requisiti: il carattere innovativo e un team che abbia al suo interno talenti ed eccellenze nei settori più importanti per lo sviluppo del prodotto. Se a questo si aggiunge che gli analisti parlano bene di te, la ricetta per risultare attraenti agli occhi dei VC è fatta!”.
Cosa farebbe di diverso se potesse tornare indietro e quali consigli darebbe ai giovani startupper?
Forse non andrei subito in America, prima cercherei risorse e finanziamenti in Europa; è stato faticoso avere gli occhi della Due Diligence puntati su una piccola azienda italiana, abbiamo passato mesi duri.
E a chi si imbarca in questa avventura, consiglio di tenere presenti i tre pillars: prodotto innovativo, mercato importante, un team di talenti. E poi consiglio di non arrendersi mai, la strada può essere faticosa, ma ne vale la pena!