Le stime: il mercato della robotica conoscerà a breve un boom senza precedenti. La data prevista è il 2020 e coinciderà con la fine del monopolio della robotica industriale.
UN MILARDO E DUE di dollari il valore degli investimenti, 1,9 quello delle acquisizioni, 28,3 quello raggiunto dal mercato mondiale. Il 2015 è stato un anno d’oro per la robotica, ma sarà nei prossimi anni che il settore conoscerà un boom senza precedenti, come conferma il rapporto “The future of jobs” che sarà presentato oggi al Worl Economic Forum di Davos. Entro il 2020 il valore complessivo del mercato dei robot raggiungerà 151,7 miliardi di dollari. E a trainare le vendite per la prima volta non sarà il comparto industriale, ma quello dei robot per uso privato.
Robot alla conquista del focolare. Nei prossimi due anni verranno venduti circa 35 milioni di robot personali in tutto il mondo. In cima alla lista quelli per uso domestico, seguiti dai dispositivi per l’intrattenimento, l’educazione e l’assistenza. La portata della cosiddetta “quarta” rivoluzione è già intuibile: tra 10 anni, almeno in America, una famiglia su dieci avrà un apparecchio robotico in casa. In questo contesto un trend da tenere sott’occhio è quello dei social robot. Evoluzione dei robot personali, questi dispositivi si distinguono per l’elevato grado di socialità che li rende particolarmente adatti alla vita con l’uomo: riconoscono volti, voci e stati d’animo e rispondono con emozioni proprie alle diversi situazioni.
Le radici del cambiamento. Per decenni in Europa il reparto industriale è stato il principale ambito di applicazione della robotica, negli ultimi anni però lo scenario è mutato. Lo sviluppo tecnologico e la riduzione dei costi di produzione hanno permesso a robot sempre più sofisticati e intelligenti di allontanarsi dalla catena di montaggio e penetrare in molti altri settori: da quelli più seri come la chirurgia, la difesa o l’assistenza a quelli più frivoli come l’intrattenimento e le pulizie. Segmenti più o meno consolidati destinati a ricavarsi consistenti fette di mercato.
Il ruolo dell’Europa e dell’Italia. L’Italia è tra i primi paesi al mondo nella produzione di robotica industriale, un settore che nel 2014 è cresciuto globalmente del 2% con un guadagno di 64mila milioni di euro. Il contributo dell’Europa al raggiungimento del valore è stato secondo solo all’Asia, leader indiscussa del settore che a oggi è trainato dalla Cina.
Le aziende nel mondo e in Italia. In totale sono almeno 4mila le imprese che producono robot o sono interessate nella filiera di produzione. A stimarlo è The Robot Report, un sito dedicato che dal 2008 le censisce e le cataloga in base al settore di appartenenza: attività ancillari di supporto alla robotica, produttori di robot industriali, società di integrazione, startup, organizzazioni educative e di ricerca, aziende di robotica di servizio personale e quelle di servizio per uso governativo e professionale. La mappa è in continuo aggiornamento e si può contribuire con segnalazioni. Per l’Italia ne sono catalogate 77, in prevalenza distribuite al nord: 5 istituti di educazione e ricerca, 12 startup, 13 aziende di robotica industriale, 11 società di integrazione, 2 di robot per uso personale, 18 di robot per uso governativo e professionale e 16 che forniscono servizi ausiliari.
Finanziamenti e acquisizioni. In un solo anno, tra il 2014 e il 2015, il numero dei finanziamenti a start up e aziende di robotica è stato di un bilione di dollari. Mentre 31 sono state le acquisizioni aziendali che nel 2015 hanno prodotto un valore pari a 1,9 miliardi di dollari.
I finanziamenti europei. Negli ultimi sei anni la Commissione Europea ha finanziato più di 120 progetti di ricerca avanzata nel settore della robotica. I fondi stanziati sono stati oltre 600 milioni. Nel giugno 2014, inoltre, insieme a 180 partner, tra aziende e organismi di ricerca, ha dato vita a Sparc: un programma di ricerca e innovazione civile con l’obiettivo di rafforzare la posizione dell’Unione nel mercato globale della robotica. Secondo le previsioni dovrebbe creare oltre 240mila posti di lavoro e portare al 42% la quota europea del mercato globale.
Thk: repubblica