CB Insights prevede che entro fine anno saranno circa 700 le nuove imprese acquisite da nuove imprese. A spingere verso queste operazioni il maggiore afflusso di capitali e il consolidamento di alcuni settori produttivi.
Dropbox è la società che ha messo a segno più colpi.
Il 2015 è l’anno delle startup che comprano altre startup. Il fenomeno, certo, non è nato oggi: le nuove imprese innovative hanno sempre avuto la tendenza a rilevare altre società neonate. Un po’ per il bisogno di reperire talenti e nuove tecnologie e un po’ perché tra neoaziende c’è più facilità a comprendersi a vicenda.
Ma in questo periodo il trend è in continua crescita. Secondo i dati di CB Insights, mentre nel 2010 le acquisizioni di startup fatte da altre startup a livello globale erano state 147, nel 2014 sono state più del triplo: 534. E nel 2015 è già stata superata quota 450: in proiezione, a fine anno si potrebbe arrivare a circa 700. Se si fa eccezione per una lieve flessione nel 2013 (370 contro 394 dell’anno precedente), si è registrato un incremento continuo di acquisizioni di neoaziende da parte di startup.
Secondo l’analisi di CB Insights, tra i fattori che hanno favorito questa escalation c’è paradossalmente il rallentamento di alcune startup: se i ricavi non sono altissimi ma le potenzialità e il team sono considerati validi, le startup vengono ritenute ottime prede per il cosiddetto “acquihiring”, ovvero quel processo che consiste nell’acquisire l’azienda ma soprattutto il gruppo di persone che vi lavorano.
Gli altri elementi che hanno spinto questo fenomeno sono, per CB Insights, il maggiore afflusso di capitali e il consolidamento di alcuni settori tra cui la consegna di cibo a domicilio. In Italia, per esempio, Pizzabo è stata acquisita da Rocket Internet.
La startup più attiva è Dropbox, sempre che possa essere ancora definita una startup. Ha messo a segno più di 20 acquisizioni dal 2010. Anche Foodpanda e Delivery Hero, che si occupano appunto di food delivery e sono in mano a Rocket Internet, hanno concluso 25 acquisti dal 2010.
Se invece si va a vedere cosa hanno fatto le “ex” startup prima di quotarsi in borsa, si può notare che alcune, negli anni scorsi, hanno fatto ancora di più. Come Twitter, che ha acquisito 31 società prima dell’Ipo. Facebook invece ha firmato 23 acquisizioni prima dello sbarco a Wall Street.